Kloten viaggia in prima classe

Gli svizzeri vincono la 18esima edizione della Dolomiten Cup a Egna. I flyers piegano 4:0 i Löwen Frankfurt e centrano il secondo successo nella manifestazione, dopo il titolo del 2015. Terzo posto per i cechi del Kometa Brno. Tutto esaurito per la finalissima.

Vola, altissimo, il Kloten. Gli “avieri” ripartono alla grande in quella che vuole essere la stagione del riscatto, strappando per la seconda volta nella loro storia la Dolomiten Cup. Successo meritato per gli elvetici, contro i Löwen Frankfurt, bravi a restare a lungo in partita, ma poco concreti, nonostante la generosa mole di gioco offensiva sciorinata sul ghiaccio di Egna. Nove anni dopo la prima volta, i flyers tornano a casa con la coppa del vincitore, al termine di un’altra grande edizione della Dolomiten Cup. Sorride anche Brno: Il Kometa firma il terzo posto, dopo il successo nella “finalina” contro il Val Pusteria.

La grande finale che vale la 18esima edizione della Dolomiten comincia con una sontuosa cornice di pubblico (Würth Arena esaurita) e anche qualche sostanziale novità a livello di roster. Francoforte ritrova il centro, ex campione NHL, Carter Rowney, mentre in difesa coach Rowe ripropone dal primo ingaggio il navigato Maxim Matushkin. In porta spazio a Brenner, e domenica di pausa per il campione Jussi Olkinuora.

Kloten opta per il turnover, fedele ai tempi imposti dalla preparazione estiva. In porta spazio a Waeber, in difesa out l’Mvp della semifinale, Sami Niku, mentre in attacco il turno di riposo spetta ad un altro finnico, Niko Ojamäki. Tutto esaurito alla Würth Arena, con larga rappresentanza germanica e svizzera. La finale è servita. Si parte con ritmi elevati, perché una finale si gioca a mille. Francoforte spinge subito, Kloten attende e alla prima vera occasione apre il tabellino del match. Azione insistita al quinto minuto, risolta da Diem, bravo a concretizzare a due passi da Brenner. Kloten stappa la finale. La gara resta viva, veloce e anche fisica. Kloten sfrutta la velocità e su un turnover concesso sfiora il 2:0 con Smirnovs, fermato soltanto dalla traversa. Primo tempo in archivio. Decide un gol di Diem, ma la finale esalta e rimane nel segno del massimo equilibrio.

Il copione non muta nemmeno nella seconda frazione. Francoforte tiene alto il baricentro, Kloten gioca su veloci ripartenze, mantenendo i ritmi-partita molto alti, rispetto agli standard imposti dall’hockey di Ferragosto. Lobach sfiora il pareggio per i leoni, ma Waeber è bravo e anche fortunato sulla conclusione da distanza ravvicinata. Stessa sorte per la conclusione di Rowney. La gabbia svizzera sembra stregata e resta inviolata fino alla seconda sirena della serata.

Copione immutato nel terzo periodo. I leoni continuano senza sosta, ma senza frutti, il loro trattato offensivo, Kloten resta lì e concretizza il raddoppio alla prima occasione del drittel e allo scadere di un powerplay, con una conclusione ravvicinata di Morley, sulla quale Brenner non può davvero nulla. Il punto esclamativo per i flyers lo mette Gregoire, con un bolide dalla distanza in situazione di powerplay. Il cerchio si chiude dopo il gol a porta vuota di Schappi.

Kloten torna a vestire, con merito, i panni del campione della Dolomiten Cup. Il giusto epilogo dopo tre grandi giornate di hockey.


EHC Kloten– Löwen Frankfurt 4:0 (1:0; 0:0; 3:0)

EHC Kloten: Waeber (Zurkirchen); Profico-Sidler, Wolf-Gregoire, Kellenberger.S-Kellenberger.T; Aaltonen-Simic-Audette, Morley-Ramel-Meier.R, Schappi-Smirnovs-Meyer.D, Diem-Weibel-Marchon, Steiner, Deussen.
Coach: Lauri Mariamäki

Löwen Frankfurt:
Brenner (Schumacher);Kirichenko-Matushkin, Lauridsen-Mcneill, Maginot-Wirt, Bidoul; Froberg-Schweiger-Bokk, Rowney-Brace-Napravnik, Pfaffengut-Lobach-Proft, Burns-Cimmermann-Tripcke.
Coach: Tom Rowe

Arbitri: Moschen, Virta; Mantovani, Pardatscher
Marcatori:
1:0Nolan Diem (4.41), 2:0 Tyler Morley (43.10), 3:0 Thomas Gregoire (56.04 PP), 4:0 Reto Schappi (59.42 porta vuota)Spettatori: Würth Arena, 978 (tutto esaurito)
MVP:
Tyler Morley (EHC Kloten),Cody Brenner (Löwen Frankfurt)

Foto: Max Pattis

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